01 dicembre 2009

LA FORZA DEI "SI"


Dire un si è aprire una porta, anzi aprirle tutte. Un "si" è quello che fa entrare il sole nella vita, che rende liberi nelle scelte, che accoglie e che sorride. Dire un "si" che vale tutta la vita fa commuovere perchè rivela la possibilità di staccarsi dal suolo, dalla consuetudine della quotidianità e del continuo gioco dei ruoli.
Dire un "si" è diventare protagonisti, iniziare a vivere da zero la propria vita con la curosità e la spontaneità dei bambini. Perchè solo loro sanno riconoscere le vere meraviglie. Dire un "si" è finalmente iniziare a costruire.
Questo post è per Alex che oggi lascia tutto il superfluo e parte per dire il suo "si" pieno alla vita, perchè oggi per la prima volta, ho visto nei suoi occhi un uomo libero.
E.

10 novembre 2009

AUTUNNO


L'aria frizzante, le prime impolverate di neve e quello strano suono misto profumo di erba secca che si piega al passaggio sulle distese dei pascoli. E poi un esplosione di colori e di sole nelle foglie rosse fiammanti degli aceri e nel giallo arancio degli aghi dei larici che rivestono di vita i sentieri e le valli.
Sembra che l'autunno prepari ogni anno una festa di colori e di profumi prima del silenzio incantato della neve.
E un po' come volesse star lì a ricordarci quanta vita portiamo dentro, quanto abbiamo scoperto, costruito, quanto fatto fiorire. Come una fiamma che riscalda e continua a bruciare e a consolidarsi lungo l'inverno diventando poco alla volta parte di noi stessi. Ogni tanto è importante fermarsi e guardare dentro/dietro la strada fatta, quella storta e quella piena, averne cura e amore, ma soprattutto gran rispetto. L'inverno può essere un buon momento, in attesa di scoprire le nuove splendide foglie della primavera.
E.

15 ottobre 2009

COMMISSARIA


E così si conclude la mia avventura da commissaria in un concorso esterno. Qualche mese fa mi viene fatta la proposta di fare "l'esperta" (ridere prego) di politiche agricole comunitarie in un simpatico concorso nella ridente cittadina piemontese. Come sempre e da vera bionda non posso che rispondere " si si, figo!va bene!". Una settimana dopo si apre una mole MOSTRUOSA di lavoro.
Perchè le materie richieste erano si quelle su cui lavoro ma un conto è lavorare e fare il tecnico e un conto è fare le domande da manuale, anzi, da regolamento! E allora comincio a studiare come una pazza tutto lo scibile umano per creare delle domande decenti.
Oggi ultimo giorno di orali. Sfoggio il tailleur giacca e pantaloni delle grandi occasioni estratto da un sarcofago di naftalina. Quelli del palazzo di fronte si affacciano per capire se è esplosa una fabbrica chimica. Tranquilli, niente di che.
Mi tiro come fantozzi al concorso pubblico quando si mette il bustino e si tinge i capelli per sembrare più giovane. Scialle di lana, scarpa nuova, capello al vento e mi reco verso il mezzo di locomozione: la mountain bike di 15 anni di carriera.
Pedalo verso il concorso, anzi, prima verso l'uomo della banca per andare a firmare le pratiche per il mutuo. Il giacchino mi tira, il foulard mi sbatte in faccia riducendo del 75% il campo visivo, la molletta che impedisce ai miei pantaloni di finire tra i raggi belli pieni di grasso e di cracia schizza via verso lidi sconosciuti fino a che......fino a che.....
La vecchina snob della Torino bene.
La intravedo a meno di duecento metri nella strettoia tra il muro e la grata attraverso cui devo passare. Sono in ritardo. Lei non si sposta meno 150 metri. Accelero, lei ondeggia col bastone in mano. Meno 100m. mi guarda, si sposterà. Meno 50m. Pedalo e penso che un impatto potrebbe farmi trovare a contatto con la sua dentiera. Rallento.
Le arrivo davanti già in ritardo folle e lei mi sbarra la strada, sbattendo il bastone per terra "Signorinaaaa ma sa qual è il corso sebastopoli??". Mi devo fermare. Ritardo. Dovrò ripartire =attrito statico molo peggio del dinamico "si signora, è questo qui". Tento di ripartire ma la vecchina non molla e soprattutto non si sposta!!! "ma senta signorinaaa la biglietteria, dov'è?" "non so signora, non ne ho idea". Giro il manubrio, tento dribblata sulla destra. La vecchina mi dribbla a sua volta, mi placca e non mi molla "ma mi avevano detto che c'era una biglietteria". "signora, proprio non lo so, provi a chiedere a lui". Mollo la patata bollente al secondo ciclista che passava dopo di me. Credo che stasera fossero ancora lì....
Con scatto felino (o arrancamento da bradipo appesantito) pedalo fino in banca dove firmo la mia condanna da eterna debitrice a un simpatico signorino che con l'aria da angioletto mi ha indebitato per i prossimi milioni di anni. I posteri troveranno un fossile con la mia mano che firma le ultime rate del mutuo....
E poi concorso con candidati, commissione e grasso della bici a chili sui miei pantaloni (fortuna che eran marroni!). Ma questa è un'altra storia!
E.

05 ottobre 2009

SI RIPARTE!


Periodo curioso questo qui, direi energicamente ben movimentato!Vi capita mai di fermarvi, fare finta di essere invisibili e osservare attentamente tutti gli altri intorno a voi dimenticandovi di voi stessi? Ecco, questa è un'operazione che riesce particolarmente bene quando intorno c'è tanto, tanto movimento. In questo periodo infatti alle persone che ho vicino stanno succedendo una serie di stravolgimenti grossi, alcuni fortemente dolorosi, altri meravigliosi ma tutti, proprio tutti secondo me porteranno tanta vita.
Gli eventi positivi, si sa, fanno fiorire di gioia ma anche quelli pesanti, dolorosi, quelli che non vorremmo mai ci capitassero, ecco, se usati bene e trasformati sono in grado di far fare il vero salto di qualità alla nostra vita, per passare da una vita "media" a una vita "unica e piena"!
E tra tutto questo fermento mando un abbraccio alla mia socia che in questo periodo si barcamena nei gironi infernali del precariato cercando, nonostante tutto, di mantenere alto il morale e provando a buttarsi in ogni settore possibile con una volontà di ferro!Grande Ari!
E da oggi si riparte a scrivere....
E.

29 settembre 2009

INTERVALLO

Tra poco si ritorna...plin plin plin plin plin plin plin plin plin plin plin plin plin plin plin plin...

27 aprile 2009

L'AMORE PIU' GRANDE

25 APRILE 2009

Lettera di Lorenzo Viale ai genitori - anni 27, ingegnere alla FIAT di Torino. Partigiano fucilato l'11 febbraio 1945 al Poligono Nazionale del Martinetto.

Torino, 11 febbraio 1945
Carissimi,
sono gli ultimi istanti della mia vita terrena ed il mio pensiero corre a voi che tanto avete fatto per me.
Oltre a darmi la vita, mi avete allevato con cure, mi avete dato un'educazione, avete fatto sacrifici enormi per darmi un'istruzione e una cultura, e soprattutto mi avete impresso nell'anima principi di onestà e di onore ai quali non sono venuto mai meno.
Muoio, assassinato da individui che la storia giudicherà come belve umane assetate di sangue, per un ideale, per la grandezza dell'Italia.
Una cosa mi addolora ed è questa: lasciarvi in uno stato di disperazione che immagino e non potervi essere vicino negli ultimi anni. Vi chiedo soprattutto di farvi animo e di sapere sopportare la sorte avversa come io spero che Iddio mi dia la forza di sopportare il gran passo.
Di una cosa sono certo: potrete sempre camminare a testa alta perchè non ho compiuto niente di disonorevole ne' di obbrobrioso.
Ho semplicemente lottato per una causa che ho ritenuta santa: quelli che rimarrano si ricordino di me che ho combattuto per preparare la via ad una Italia libera e nuova.
...
Vi chiedo perdono per tutto quello che vi posso avere fatto di sgradevole, vi chiedo perdono soprattutto per avervi posposti ad un ideale, e prego Iddio affinchè vi dia la forza di sopportare questa notizia. Ordunque non addio, ma arrivederci in un mondo migliore dove le bassezze umane non ci toccheranno più. Salutatemi tutti gli amici e quelli che mi hanno voluto bene. Per l'ultima volta vi bacio e vi abbraccio affettuosamente.
Vostro
Renzo

31 marzo 2009

QUESTIONE DI CORNA...


Torno a casa da Oulx. Affronto i due tornanti che svalicano il Comune di Salbertrand e nell'ultimo tratto di strada vedo una macchina e lui lì...
La macchina è ferma, 4 frecce e penso subito "mi accosto e gli chiedo se serve aiuto" ma mentre passo di fianco e sto per abbassare il finestrino cosa vedo?cooooosa veeeedo?
vedo il guidatore col naso per aria rivolto verso la scarpata ad osservare un meraviglioso maschio di cervo con un palco enorme, appena una ventina di metri sopra la scarpata. Che faccio? supero la macchina e alla prima piazzola utile abbandono la macchina. Mi inerpico su per il bosco per raggiungere il cervo dall'alto in modo da non far sì che si accorga di me. Ma il bosco è ripido e marcio, molte piante si sono schiantate con la neve pesante degli ultimi giorni, il terreno non tiene e il misto di pietre, terra ed erba dell'anno prima scivola giù sotto i miei piedi. Allora mi attacco ai tronchi e alle radici e slittando e scivolando riesco miracolosamente a guadagnare la quota. Intorno un forte odore di terra bagnata, di fungo e di humus mi ricorda che son tornata nel posto giusto.
Mi fermo nel bosco a pochi metri dalla radura che si apre davanti a me. Le piante mi nascondono e mi proteggono. Nella radura vedo passare 5 o 6 cerve. Bellissime, grandi ma leggere. Una si ferma, non mi vede ma deve aver sentito il mio odore (la doccia del semestre scorso non è bastata..) e per un attimo i nostri occhi si incrociano. I suoi meravigliosamente grandi e selvatici. Un istante, poi tutte scappano via.
Allora esco dal bosco nella radura, intanto la nebbiolina che prima appena percepivo solo nel respiro sale velocemente e comincia a sfumare i contorni del bosco che prima mi nascondeva. Per una strana legge del contrappasso ora sono io a sentirmi osservata. Mi giro, controllo i miei passi. Mi rigiro. Ricontrollo. Mi sento occhi puntati addosso. Proprio come, qualche secondo prima, le cerve sentivano i miei su di loro.
Comicio a scendere per la radura per tornare alla macchina che avevo abbandonato sulla statale. Per terra comincio a vedere ciuffi di pelo sempre più frequenti. Poi mi imbatto in una zampa. Poi lo trovo tutto: ormai solo più lo scheletro di un capriolo. Rimangono le altre zampe attaccate alla colonna vertebrale e ancora a qualche osso del cranio. L'inverno è stato lungo e duro. Non trovo neanche più le costole. Divorate. La fame è brutta."Saranno stati i lupi della valle" penso. Poi, 1 secondo dopo "o i cani randagi?" e su quest'ultimo pensiero e sulla nebbia sempre più densa un brivido mi attraversa la schiena e dico "e lo sapevo che dovevo sempre cacciarmi in situazioni simpatiche!" e poi penso alle sagge teorie di mia madre secondo cui contro l'attacco di cani randagi occorre portarsi dietro un pezzo di salame: o li distrai o glielo dai come antipasto...nel frattempo tu corri!
In 10 secondi netti son saltata giù sulla statale....
E.

26 febbraio 2009

DAL LETAME..

Prima aboliscono l'istruzione, poi abbattono la ricerca. Poi se la prendono con chi lavora nel pubblico. Dopodichè preparano un bel pacchetto ai migranti: permesso di soggiorno da 80 a 200 euro, reato di clandestinità (si son dimenticati il reato di indigenza!), e denuncia da parte dei medici, legalizzazione delle ronde (o pestaggi autogestiti). Provano a mutare i centri di accoglienza in centri di espulsione. Intanto aprono le carceri. Più indulgenza per i mafiosi (è democratico!). Meno indulgenza per chi intercetta e denuncia corruzione, stupro, rapimento e quant'altro: questi subito in galera!Tra poco rifioriranno splendide centrali nucleari: ho sempre sognato di avere due teste, un cervello in più mi farebbe comodo.
E adesso ci tolgono pure il diritto di sciopero: se vuoi scioperare vai in ufficio, lavori ma ti tolgono la paga e la mettono su un fondo di solidarietà. Per fortuna, pensavo di dover fare anche il parafulmine del quirinale (cit. vedi "Fantozzi va in pensione"). Ah, se sei un sindacato minore non puoi scioperare al di fuori di un referendum tra lavoratori. Ah non puoi neanche manifestare per la strada...se proprio vuoi puoi andare in bagno e mentre tiri lo sciacquone urlare un sano "acciderbolina" (se lo sciacquone dura abbastanza a lungo).
Va bene che dal letame nascono i fior ma in questo paese comincia ad esserci un po' troppa merda...
E.

02 gennaio 2009

COSA VI AUGURO PER IL 2009....

La ricetta di un capodanno meraviglioso è quella di trascorrerlo con le persone a cui si vuol bene. Ecco.Tutto il resto vien da sè. Questa è la sentenza che scrivo nell'anno nuovo senza poterla pronunciare a parole perchè in questo momento i trovo costipata dalla maschera all'argilla che ho spatarata in faccia e che mi blocca ogni minimo movimento muscolare dandomi pù o meno l'espressione di un panda imbalsamato. Se rido mi sgretolo, se piango mi sciolgo, se parlo mi dolgo!
Ma soprattutto, se entra qualcuno muore d'infarto alla sola visione!Quindi scrivo.
Dicevo, il mio capodanno è stato fatto di: cenone loculliano - tutti giochi canonici da veglione fino a svenire con le carte o la penna in mano - senza un minuto di sonno camminata e rotoloni come i cani nella soffice neve del Gran bosco di Salbertrand sotto il sole caldo e il cielo terso nella spettacolare cornice delle montagne dell'alta valle. Meraviglia. Felice, in montagna e coccolata dagli amici che si può desiderar di più?!!
Per augurarvi qualcosa di speciale in questo nuovo anno mi rifaccio al sempre illuminato "Buongiorno" di Gramellini pubblicato su La Stampa il 31 dicembre:
"Il Buongiorno stavolta mi piacerebbe lo faceste voi. Provando a formulare tre desideri. Il primo per voi stessi, il secondo per la persona che amate di più e il terzo per il mondo. Non conta quanto siano grandi, basta che vi riempiano il cuore. Metteteli negli spazi qui sotto e credeteci, almeno mentre li scrivete. Ora entriamo pure nella tormenta del 2009 col bavero alzato e le parole coraggiose di George Bernard Shaw: «La missione di ogni uomo consiste nell’essere una forza della natura e non un grumo agitato di guai e di rancori che recrimina perché l’universo non si dedica a renderlo felice»

1....
2 .....
3...

Ecco, io li ho scritti i miei tre desideri, qui lancio il 2 e il3. 2. la persona che amo di più. Dedicato per chiari motivi alle persone che amo di più nella mia vita.
In questo periodo ho cominciato a frequentare il carcere minorile del Ferrante Aporti e mi sono resa conto per la prima volta di una serie di cose fino ad ora immaginate ma lì tangibili con mano. La più banale e superficiale di queste è la fisicità della struttura carceraria. Mura, sbarre di ferro, porte blindate, grate alle finestre, guardie, infinite chiavi per aprire inferriate arrugginite e pesanti che danno su inferriate altrettanto possenti e decadenti.
Quello è un carcere fisico. Spesso però c'è un carcere del cuore. E per un motivo o per l'altro prima o poi tocca tutti. La paura di non essere amati, la rabbia, il rancore il senso di inadeguatezza. Tutto ciò rinchiude in una prigione di difesa e non permette più di vivere.
Auguro alle persone che più amo di aprire le porte dei loro carceri personali che solo loro conoscono nel profondo e iniziare a vedere quanto splendide siano. Meravigliose così con tutti i loro pregi e difetti ma finalmente libere da quel peso che non le fa vivere a pieno e in grado di affrontare leggère e consapevoli i loro cammini di crescita personali. Aperto il carcere s'inizia a vivere.
3. pensiero per il mondo. E qua la sparo alta ma se per caso il genio della lampada mi ascolta mi conviene mirar alto anzichè chiedere una lavatrice! Il desiderio è che tutte le persone possano amarsi. Smettere di pensare al "proprio giardino", cominciare a curare anche quello degli altri. E pensare un po', e che cazzo, (rafforzativo) che siamo tutti sulla stessa barca che può essere un giardino fiorito o una letamaia (sta a noi scegliere l'evolversi della situazione, per ora l'odore è inconfondibile...) e che la teoria di Gaia non è solo una teoria. Il desiderio è che ognuno metta da parte i proprio egoismi personali e che cominci ad operare per costruire la pace mettendo almeno un po' del suo tempo ma soprattutto del suo amore al servizio degli altri. All'inizio bastano energie e tempo, ad amare s'impara a poco a poco perchè la società non ce o insegna ma poi diventa chiaro che solo con l'amore un progetto decolla, un granello di sabbia diventa castello indistruttibile e una rivoluzione cambia il corso della storia per sempre.
Non vi resta che scrivere i vostri desideri. Su un foglietto, nella seconda pagina di una copertina di un libro, sul computer, su un pezzo di cartigienica (non usato), sul cofano dell'auto...
Buon anno!
E.